L’evoluzione dello shopping è un fenomeno inarrestabile: negli ultimi 18 mesi il commercio ha cambiato pelle trasformandosi al ritmo battente della contemporaneità.
Nell’epoca Covid e post-Covid i clienti hanno chiesto più digitalizzazione e comodità, convincendo i rivenditori tradizionalisti a sbarcare online.
Poi hanno desiderato più flessibilità, a cui il retail ha risposto proponendo un’integrazione stretta tra negozi online e offline, in ottica omnichannel.
I consumatori, sperimentando lo shopping in rete, hanno anche lamentato la carenza di umanità e di contatto con il personale di vendita e con i prodotti, spingendo i negozianti ad aderire a piattaforme di video commerce one-to-one come ShopCall, pensate per avvicinare cliente e commesso in modo virtuale, attraverso una videochiamata evoluta, studiata, cioè, per la vendita.
Ora gli utenti si sentono più coinvolti e alzano l’asticella: chiedono che lo shopping mantenga i vantaggi di flessibilità conquistati in questi mesi, recuperando lo sfarzo di un tempo. Quello show spettacolare in cui il venditore, come un banditore, mette in campo tutte le sue abilità persuasive per intrattenere e sorprendere la clientela, ammaliandola.
Poteva il business non rispondere presente? Certamente no: ecco nascere lo shopping in livestreaming one-to-many, il futuro del retail.
Shopping in livestreaming: cos’è e perché rivoluzionerà il retail
A dir la verità, lo shopping in livestreaming non è un fenomeno così nuovo.
Il mercato cinese, da sempre precursore di tendenze soprattutto in materia di modelli di vendita, ne è ormai dipendente: lo shopping in livestreaming è nato qui e, solo nel 2019, 265 milioni utenti lo hanno scelto per effettuare almeno un acquisto.
Di certo, però, il livestreaming è nuovo per l’Italia: nel Paese delle botteghe di quartiere e delle piccole boutique, il pensiero di spostare il grande circo dello shopping dal punto vendita al video lascia a bocca aperta.
Per sciogliere ogni dubbio, conoscere il fenomeno è il primo step: il livestreaming è un nuovo modo di vendere online, una shopping experience basata sull’intrattenimento che trasporta virtualmente il cliente in negozio e gli consente di interagire attivamente con il venditore.
Tecnicamente consiste nella vendita in tempo reale durante una diretta su piattaforme specializzate, meglio se già abilitate alla vendita, per mantenere agganciati i clienti fino alla conclusione del deal.
Durante la diretta, lo streamer – così si chiama il venditore che si esibisce in video – presenta ad un pubblico potenzialmente infinito – anche un’intera community – il funzionamento e i vantaggi dei prodotti in vendita, mettendo in campo tutte le sue capacità comunicative. Tramite il video, canale imprescindibile per il livestreaming commerce, i rivenditori possono rispondere subito alle domande degli acquirenti: i negozianti riescono ad interagire con i clienti online – che partecipano attivamente allo show e non sono semplici spettatori – nello stesso modo in cui farebbero in negozio, offrendo così un’esperienza multicanale soddisfacente e molto più umana. In ogni momento, nel corso della diretta, gli utenti connessi alla piattaforma dedicata al livestreaming commerce possono acquistare i prodotti presentati, completando il processo in piena autonomia.
Livestreaming commerce: perché i social network non sono una buona idea
Lo shopping in livestreaming è così fresco e innovativo da aver già stuzzicato l’attenzione di numerosi negozianti e brand retail, impazienti di lanciarsi in questa nuova avventura.
E molti, per amplificare l’interesse delle proprie dirette one-to-many, hanno pensato di utilizzare i social network e magari anche coinvolgere i grandi nomi, ingaggiando qualche super influencer per aumentare il traffico.
Bella idea, senza dubbio, ma siamo sicuri che porti davvero un riscontro sulle vendite?
In realtà, sembrerebbe di no.
Nelle piattaforme social l’utente può solo guardare lo show, ma al termine non può concretizzare l’acquisto. Il rischio? Che chiusa la pagina, alla fine dell’evento, la voglia di entrare nel canale e-commerce del brand, o di recarsi in negozio, sia poca. C’è anche chi non riesce a trovare sul sito quello che ha visto durante lo streaming e chi abbandona il carrello solo perché distratto da qualcos’altro. Insomma il rischio che, nel passaggio da una piattaforma all’altra, la vendita sfumi è concreto e alto. Al contrario, la vendita in livestreaming attraverso i canali specializzati e studiati per la vendita – come ShopCall – permette all’utente di collegarsi con il negoziante, vedere i prodotti, fare domande, comporre il carrello e alla fine pagare e definire la spedizione.
Meglio, quindi, non mettere alcuna barriera tra cliente e prodotto, rendendo fluido il processo di acquisto. Per farlo è consigliabile avviare il livestreaming direttamente sui siti web o di e-commerce, magari proprio all’interno della pagina dei prodotti così che il consumatore sia già nel posto giusto.
Questo è possibile attraverso le piattaforme di livestreaming shopping specializzate, rivolte ai retailer che puntano a connettersi, in modo più umano, con il proprio target con contenuti video in tempo reale così accattivanti da rendere lo shopping davvero irresistibile!