Covid e stili di consumo degli italiani: come cambiano le abitudini d’acquisto

Conoscere a fondo un problema è l’unico modo per affrontarlo. E quando l’incognita riguarda il futuro del mondo del commercio post-Covid, a dover essere indagate a fondo sono l’attitudine delle persone, il loro comportamento e gli stili di consumo che si stanno consolidando alla luce del nuovo scenario economico e sociale travolto dalla pandemia.

A inizio 2020 il consumatore era libero, curioso, desideroso di sperimentare e di muoversi. Si lasciava tentare dall’online, ma era ancora profondamente legato alle care, vecchie abitudini: il negozio sotto casa, il venditore di fiducia, i prodotti conosciuti. Fedele a marche e insegne, si faceva guidare dalla qualità, quasi ad ogni costo.

E oggi? Com’è cambiato il consumatore e come sta rispondendo alla crisi?

Ne ha parlato McKinsey, la nota Società di consulenza strategica internazionale, che ha evidenziato le variazioni più significative nel comportamento, non solo d’acquisto, dei clienti di tutto il mondo, Italia compresa.

Quello che emerge, in particolare dall’analisi dei nostri connazionali, è un nuovo profilo di consumo, più cauto, essenziale e ponderato.

Ecco il dettaglio dell’analisi.

Italiani: cautamente ottimisti. Ma i consumi frenano

Il primo dato interessante da considerare nello studio McKinsey è il sentiment degli individui nel corso della pandemia. Mentre il mondo ha progressivamente perso la fiducia in una ripresa economica post-Covid, gli italiani hanno affrontato la situazione con, apparentemente, maggior coraggio. Investiti per primi – dopo la Cina – dal tornado Coronavirus, l’orgoglio di rialzarsi ha acceso le speranze e l’ottimismo in un futuro più energico.

Eppure le intenzioni di spesa frenano quasi in tutti i comparti: ad eccezione delle categorie essenziali per la sopravvivenza tra le mura domestiche, come i prodotti alimentari e per la casa, tutti gli altri segmenti sono in contrazione, anche forte. I settori più penalizzati? Quello del turismo, ovviamente, e quello di abbigliamento e accessori. 

La prudenza sembra farla da padrone anche per gli acquisti natalizi 2020: il 54% degli italiani ha dichiarato che per i doni da mettere sotto l’albero spenderà meno dell’anno scorso e, per il 32%, preferirà acquistare onlinerimanendo al riparo da affollamenti e code – contro un 17% che si recherà a fare shopping prevalentemente nei negozi.

La ripresa, quindi, non è ancora così prossima.

Meno di 1 italiano su 2 ha ripreso le attività fuori casa

La ferita è ancora troppo fresca per il 58% degli italiani che, scottati, non hanno ancora ripreso pienamente una vita attiva out of home.

C’è chi ha paura del contagio, e aspetta il vaccino, chi preferisce rimanere in casa in base alle restrizioni governative e chi, ancora, non ha motivazioni così forti per uscire dal nido domestico e tornare alla vita di prima.

Prima o poi, comunque, dovremo tutti abbandonare il divano e la postazione di lavoro casalinga. Cosa faranno gli italiani una volta chiusa alle spalle la porta di casa? Stando a quanto dichiarato a McKinsey faranno shopping, in primis, torneranno a sedersi al tavolo di un ristorante e, finalmente, ritroveranno il piacere di godersi il tempo libero insieme alla famiglia e agli amici. 

Nuove modalità di acquisto e nuovi brand, in nome della convenienza

Italiani, tradizionalisti e ancorati alle abitudini. Eppure, la pandemia, il lockdown e la forte crisi economica hanno obbligato a rivedere gli stili di consumo.

Secondo i dati raccolti da McKinsey, quasi 7 italiani su 10 hanno sperimentato nuove modalità di acquisto e, quasi tutti, sono intenzionati a mantenerle anche in futuro: 1 italiano su 3 ha scoperto nuove insegne retail, 1 su 5 ha esplorato nuove modalità digitali per fare shopping e nell’80% dei casi continuerà a farlo. Il 17% ha provato forme di acquisto innovative, con pick-up in negozio o delivery a domicilio, e ne è rimasto entusiasta

Anche i marchi non sono più al sicuro: la tradizionale fedeltà a brand e insegne retail ha largamente ceduto il posto alla sperimentazione in nome della convenienza e del risparmio. Anche l’accessibilità ha avuto il suo peso nella scelta di cambiare abitudini di consumo: la facilità nell’acquistare un prodotto direttamente da casa, una modalità di shopping più rapida e senza code, la disponibilità ad organizzare consegne a domicilio o pick-up in negozio, hanno spinto gli italiani a guardarsi intorno. 

Volano gli acquisti online in quasi tutti i comparti

Complice l’obbligo di rimanere in casa, tutto il mondo, italiani compresi, ha finalmente provato l’esperienza di fare shopping online

In tempo di lockdown si comprava solo sul web: prodotti alimentari e di prima necessità, ovviamente, ma anche altre categorie di beni, come quelle per rendere più confortevole la casa e meno noioso il tanto tempo libero.

Cosa rimarrà di questa attitudine dopo il Covid-19?

In Italia la tendenza sembra essere quella della continuità: nella maggior parte dei settori merceologici l’interesse a fare shopping online rimarrà e progressivamente si consoliderà. In cima alle categorie ritenute dagli italiani più online friendly spiccano i beni alimentari, i prodotti per la casa e i servizi per il benessere della persona.

Rimarremo, a quanto pare, un po’ più diffidenti nell’acquistare online i capi di abbigliamento, le calzature e i prodotti di bellezza. Ma non c’è da stupirsi: in questi comparti la relazione di fiducia con il negoziante è centrale e c’è più bisogno di vedere il prodotto ed essere consigliati. Per superare questi ostacoli sono già partite modalità di acquisto innovative, come il video shopping di ShopCall, progettate per oltrepassare le barriere fisiche e rendere lo shopping online meno freddo. 

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